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La prevalenza dell'HIV tra gli adulti di età compresa tra i 15 ei 64 anni in Uganda è del 6,2%: 7,6% tra le femmine e 4,7% tra i maschi.

I bambini di età inferiore ai 15 anni rappresentano l’11% degli 1,6 milioni di ugandesi che vivono con l’HIV (stime 2013). Con l’introduzione dell’opzione B+, si è registrato un calo significativo delle nuove infezioni da HIV da madre a figlio, dall’8,7% a settembre 2012 al 7,9% nel 2017 (stime UNAIDS). Inoltre, i dati preliminari della valutazione dell’impatto dell’HIV sulla popolazione dell’Uganda del 2016 mostrano un calo del 18% della prevalenza dell’HIV nella popolazione generale (15-49 anni) dal 7,3% nel 2011 al 6,0% nel 2016.

  • Permangono forti disparità tra le regioni e l’HIV continua a colpire in modo sproporzionato gli adolescenti, in particolare le ragazze.
  • La prevalenza dell’HIV tra gli AGYW è 4 volte superiore rispetto ai ragazzi della stessa fascia di età.
  • Mentre il numero assoluto di decessi correlati all’AIDS nei bambini di età inferiore ai 5 anni è diminuito di oltre il 50% tra il 2000 e il 2017, il numero di adolescenti che hanno perso la vita a causa dell’AIDS è raddoppiato nello stesso periodo.
  • Le ragazze adolescenti sono più vulnerabili all’infezione da HIV perché i loro sistemi riproduttivi non sono completamente sviluppati.

Con il successo del programma nazionale di cura dell’HIV, molti bambini nati con l’HIV stanno entrando nell’adolescenza. L’Uganda ora deve far fronte a un carico di HIV e AIDS senza precedenti tra gli adolescenti, che si accompagna anche a infezioni opportunistiche come la tubercolosi (TB), una grave minaccia per la sopravvivenza delle persone che vivono con l’HIV e l’AIDS.

Gli adolescenti non solo hanno bisogno di un migliore accesso allo screening e al trattamento continuativo, ma anche di supporto per vivere positivamente la malattia e non trasmetterla ad altri. Mentre gli adolescenti sono alle prese con la realtà di vivere con l’HIV e l’AIDS, anche i bambini molto piccoli vengono lasciati indietro. I servizi pediatrici per l’HIV sono molto indietro rispetto a quelli per adulti e donne in gravidanza. Mentre il 92% delle donne infette riceve un trattamento antiretrovirale (ART), solo il 49% dei bambini nati da madri sieropositive riceve medicine per l’HIV per sei settimane dopo la nascita (rapporto MoH PMTCT 2019).

Questo divario tra l’accesso di adulti e bambini al trattamento dell’HIV deve essere colmato con urgenza. La tubercolosi pediatrica è anche una delle principali cause di morte tra i bambini con HIV, con un tasso di coinfezione da TB-HIV fino al 30%; sfortunatamente, non è stata prestata sufficiente attenzione alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento della tubercolosi tra i bambini sieropositivi.

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